Il Mercato ambulante – Parte II


Per risalire alle origini del mercato ambulante forse merita fare una piccola premessa: lo svilupparsi del commercio non è sicuramente riconducibile a date certe, con momenti temporali o luoghi ben definiti, ma è un concatenarsi di eventi e situazioni che ogni civiltà ha fatto proprie, sviluppando e migliorando per i propri usi e costumi.

Ricostruire analiticamente le fasi di sviluppo delle tecniche commerciali è praticamente impossibile, visto che si sono diffuse tra loro ampliandosi e modellandosi ogni volta con nuove logiche realizzate per l’occasione.

Volendo identificare sinteticamente un percorso evolutivo del mercato ambulante, potremmo prendere come punto di partenza, il “baratto“.

Con questa tecnica, i primi inconsapevoli commercianti, scambiavano beni propri, di valore similari tra loro, e di solito, cedevano solo il bene in eccedenza. Quindi, questo primo genere di scambio commerciale permetteva di rinunciare ai beni in eccesso a favore di beni mancanti e soprattutto necessari. Lo scambio avveniva per lo più tra popolazioni vicine tra loro, magari con caratteristiche produttive ed agricole diverse, tali da giustificare la logica del baratto.

L’evoluzione di questa fase iniziale di commercio portò gli stessi produttori a cercare di scambiare i propri beni, andando a incontrare clienti sempre più lontani geograficamente dal luogo in cui vivevano e producevano i loro prodotti, stimolati dal fatto di poter scambiare generi molto diversi da quelli propri. Cominciarono quindi i primi spostamenti, con un barroccio trainato da animali o direttamente dallo stesso commerciante, nel peggiore dei casi.

A questo punto ci viene spontanea una riflessione, visto che spesso, durante la nostra operatività quotidiana, capita di lamentarci per i ritmi di vita frenetici e stressanti a cui siamo sottoposti, pensate un po’ quale potesse essere il livello di stress di questi spavaldi mercanti, dopo un’intera giornata spesa fuori di casa a girovagare in cerca di clienti, sempre coinvolti in interminabili contrattazioni e spesso anche alla mercé di briganti di strada.

Passata questa prima fase, che durò fino alla metà del VII secolo a C., dove non era mai semplice identificare il valore intrinseco del bene scambiato e dove più valeva l’effettiva necessità del bene stesso, si passa, con l’avvento della moneta, allo scambio commerciale vero e proprio dove una parte cedeva all’altra un valore ripagato da moneta contante.

Questa vera e propria rivoluzione favorì tantissimo lo sviluppo commerciale e sempre più persone si dedicarono a vendere beni di ogni genere, non più necessariamente di propria produzione.

Nella logica evolutiva di ogni tipo di comunicazione e commercio, gli stessi commercianti che al tempo del baratto girovagavano senza una meta precisa in cerca di clienti, capirono che sicuramente avrebbero vissuto meglio, sarebbero stati più protetti, da intemperie e briganti, e soprattutto avrebbero potuto migliorare le loro capacità di vendita, posizionandosi in posti fissi, all’interno delle mura di paesi o di città, dove la popolazione viveva già momenti di aggregazione nelle maggiori piazze. Il mercato ambulante, itinerante, stava prendendo una sua nuova forma.

Questi pionieri favorirono tantissimo lo scambio di informazioni ed innovazioni verso quelle popolazioni che altrimenti sarebbero rimaste isolate, aiutando cosi la diffusione di prodotti e lo sviluppo di conoscenze per l’epoca. Nonostante questi primi ambulanti svolgessero un ruolo cosi importante, non godevano però di una riconosciuta stima a livello sociale forse perché erano più scaltri delle popolazioni a cui facevano visita, e non avevano un’attenzione cosi sviluppata alla soddisfazione del cliente. L’importante era vendere tutto quello che si aveva sul barroccio!

E’ a questo punto che forse merita fare un’ulteriore distinzione, visto che avviene una scissione in questa tipologia di commerciante, forse per garantire maggiore affidabilità agli stessi compratori o forse perché ritenuto più conveniente, alcuni di essi trovarono più interessante fermarsi in posti fissi nelle varie città, dando vita ai primi negozi e di conseguenza ai primi negozianti. Ci piacerebbe parlare delle differenze tra negozio e mercato ambulante, dei vantaggi e gli svantaggi che l’uno e l’altro offrono, ma il discorso sarebbe lungo e forse è meglio affrontarlo con più calma, magari in un prossimo appuntamento.

Alla fine di questo veloce percorso nella logica evolutiva del mercato ambulante, ci rendiamo conto d’aver tradito le aspettative di qualcuno che magari si aspettava consigli su dove comprare una tal cosa, magari al prezzo migliore; ci auguriamo non sia cosi, anche perché era nostra volontà fare una raccomandazione migliore a tutti quelli che si troveranno a viaggiare in Italia, ed in particolare in Toscana: programmatevi una visita ai mercati della regione in cui sarete, perchè oltre a poter fare ovunque, con attenzione, ottimi acquisti, godrete di un condensato di emozioni difficilmente descrivibili.


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Commenti (0) | January 27, 2010

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