Valdichiana: una terra da scoprire


La Valdichiana è un tratto di pianura interna della Toscana che si stende con i suoi oltre 500 chilometri quadrati di superficie a sud di Arezzo, fino a lambire le rive del lago Trasimeno, ormai in Umbria. Un corridoio pianeggiante, limitato dalle cime dell’Appennino da una parte e dall’altra dalla colline senesi. Una terra che oggi ci appare come una grande e ordinata distesa di campi coltivati e che d’estate brilla del giallo di immense distese di girasoli.

Una terra molto fertile fin dalla più remota antichità se è vero che Annibale, prima di massacrare con l’inganno l’esercito romano proprio sulle rive del Trasimeno, poté approvvigionare le sue truppe con il grano di questa valle. Ma non fu sempre così. Scomparso l’Impero di Roma, nel Medio evo la Valdichiana divenne un’immensa e malsana palude disabitata. Per secoli si cercò di porre rimedio a questo stato di cose e molti furono gli studi e i progetti di bonifica. I più celebri, senza dubbio, quelli di Leonardo da Vinci, grande appassionato anche di idraulica, il quale ci ha lasciato molti disegni dello stato in cui si trovava allora questa zona

Ma i tempi non erano ancora maturi e bisognerà attendere il secolo XIX perché, per volontà dei Lorena, i signori della Toscana, si realizzassero finalmente i lavori per la bonifica dell’intera Valdichiana. Fu così che essa ritornò all’antica fertilità e si riempì di nuovi villaggi e case coloniche. Un aspetto che mantiene ancora oggi, con produzioni di grande pregio, dal tipico vino, il Bianco Vergine, all’olio d’oliva. Ma la Valdichiana è nota soprattutto per l’allevamento di quella pregiatissima razza bovina, detta appunto “chianina” e che è nota in tutto il mondo perché è da essa che si ricava la tipica bistecca alla fiorentina.

La tendenza all’impaludamento, con la conseguente diffusione della malaria, ha fatto sì che gli abitanti si siano da sempre arroccati sui rilievi dei due versanti della valle. Borghi che ci appaiono spesso di aspetto medievale, ma la cui origine è ancor più antica, potendosi far risalire agli etruschi o addirittura a tempi precedenti.

Questo è il caso di Cortona, cittadina in splendida posizione e che conserva resti impressionanti delle sue antiche mura etrusche. Un abitato che è davvero bello poter percorrere perdendosi nel labirinto delle sue vie medievali perfettamente conservate che si inerpicano su su, fra chiese splendide e ricche di opere d’arte, eleganti palazzi rinascimentali, botteghe di antiquari, piazze di grande fascino come quella della Repubblica, dominata dal Palazzo Comunale con la sua torre ed il Palazzo del Popolo. Un percorso davvero unico, dove si respira davvero un’aria d’altri tempi, fino a giungere alla sommità del colle dove campeggia il santuario che ospita il corpo incorrotto di Santa Margherita, appena sotto le possenti mura della fortezza del Girifalco, da cui si gode di uno dei panorami più vasti dell’intera Toscana. Per poi ridiscendere per visitare magari le importanti raccolte dei musei, come quelle del Museo dell’Accademia Etrusca, con reperti fondamentali per la storia etrusca, oltre che dipinti di grandi pittori, oppure quelle del Museo Diocesano che, fra altre opere importanti, custodisce una magnifica “Annunciazione” del Beato Angelico. Non sorprende davvero, davanti a tante meraviglie, che Cortona abbia dato i natali, fra l’altro, a personaggi che hanno fatto la storia dell’arte, come il pittore Luca Signorelli o l’architetto Pietro Berretti, più noto, appunto, come Pietro da Cortona.

E a Cortona le meraviglie non finiscono mai. Pensiamo alle necropoli etrusche del territorio, alla splendida chiesa di S. Maria a Calcinaio, capolavoro dell’architettura rinascimentale, realizzata da Francesco di Giorgio Martini e che si trova appena fuori le mura. Così come dall’altra parte rispetto all’abitato, si erge isolata ed elegante la più piccola chiesa di S. Maria Nuova. Poco oltre, si sale all’Eremo delle Celle, dove Francesco, poco più che quarantenne ma ormai gravemente malato e sofferente, e con i segni della Passione di Cristo impressi nelle sue carni, scrisse quel Testamento che diventerà il motivo fondamentale di divisione del futuro movimento francescano.

Cortona è un sogno unico, imperdibile. Ma anche gli altri borghi sono dei veri tesori da scoprire e visitare senza fretta. Borghi talvolta poco conosciuti, come Foiano della Chiana o Castiglion Fiorentino, dominati dalle torri degli antichi castelli. Oppure più noti come Lucignano, dalla strana forma a ellisse o la rinascimentale Monte San Savino. Aggirarsi nelle strade,spesso silenziose, di queste cittadine vuol dire tuffarsi in un passato che è ancora ben vivo e che possiamo respirare a pieni polmoni, fra le splendide chiese medievali piene di opere d’arte, gli eleganti palazzi signorili, le pietre scure delle antiche mura.

Non dobbiamo però pensare a questi borghi come a centri appiattiti sul ricordo del loro passato, per quanto grandissimo. Foiano della Chiana, ad esempio, è anche una città del Carnevale. L’unico luogo, in Toscana, a rivaleggiare con il ben più celebre Carnevale di Viareggio. Una tradizione documentata sin dal lontano 1539, anche se, almeno nella forma attuale, può essere fatta risalire alla metà dell’Ottocento. A ben vedere, i colorati e festanti cortei mascherati e i carri che sfilano per le vie di questa cittadina possono essere un motivo in più per visitare questi luoghi.

Pure questo ci ricorda che siamo ormai giunti a febbraio. Fra breve la natura si risveglierà dal suo lungo sonno, dai rami degli alberi rispunteranno le gemme e le foglie. I prati della Valdichiana si riempiranno dei colori sgargianti dei fiori, per lasciare più avanti il posto al giallo tenue del grano e a quello più acceso dei girasoli.


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Commenti (0) | January 28, 2010

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