Castello di Fosdinovo: Dante abita ancora qui?


La Lunigiana è una terra disseminata di castelli che dominano con le loro mura merlate e le loro alte torri i crinali delle montagne e le case dei borghi medievali.
Tante fortificazioni che testimoniano la storia tormentata di una valle che fu per molto tempo terra di confine e di traffici. Proprio da qui passava la via Francigena, quell’autentica autostrada del Medioevo che congiungeva Canterbury con Roma e che veniva percorsa da pellegrini, da mercanti e da eserciti armati di tutto punto.
Non può sorprendere, quindi, che in una zona al giorno d’oggi abbastanza marginale ed isolata, vi sia una concentrazione di opere militari che difficilmente si trova non solo in Toscana, ma in tutta la penisola italiana.

Fra i tanti castelli, ve n’è uno che spicca per la sua imponenza ed il suo fascino, quello di Fosdinovo. Un edificio immenso e che incute ancora timore al visitatore che sale fin quassù. Il suo stato di conservazione è davvero eccezionale e si ha davvero l’impressione che fra i camminamenti merlati che si snodano fra le torri cilindriche possano fare, improvvisamente, la loro comparsa gli antichi soldati con i loro archi. Oppure che dalle severe finestre in pietra, compaia il volto di una nobile castellana. Davvero, entrando nel cortile dalla rampa una volta utilizzata dai cavalieri, si ha la sensazione di immergersi in un’altra epoca, così feroce eppure così affascinante.

Sugli spalti non risuonano più i rumori delle armi, ma si gode ormai di un panorama che non ha davvero uguali. Siamo a 500 metri di altezza, sui primi rilievi delle Apuane. Ecco, sotto di noi, le rovine dell’antica città romana di Luni, dalla quale transitavano i marmi che dalle cave di Carrara raggiungevano tutti i porti del Mediterraneo. E poco più in là, la foce del Magra, il golfo della Spezia, la penisola di Portovenere. E la distesa immensa e azzurra del mar Tirreno, oltre il quale si immaginano le coste della Corsica e dell’isola di Gorgona. Uno spettacolo davvero indimenticabile, soprattutto al tramonto, quando il sole si spegne nelle acque del mare.

Il castello di Fosdinovo ha origini molto antiche, senz’altro anteriori al Mille. Divenne successivamente il centro del potere politico dei Malaspina che lo acquistarono nel 1334 e immediatamente lo ampliarono. E che lo tennero fino al 1797. Molti sono i fatti di sangue che ebbero come sfondo questo edificio, fra i quali va sicuramente ricordato quanto avvenne nel 1671, quando due Malaspina, Ferinando e Ippolito, rimasero entrambi uccisi dalla loro rivalità e il feudo passò a Cristina Pallavicino, non ancora ventenne, vedova di Ippolito e in attesa di un figlio.

Altri tempi. Ma che vengono ripercorsi dagli affreschi dello splendido salone dei ricevimenti, dove scene di battaglie e personaggi a cavallo ripercorrono la storia del prestigioso casato. In realtà, le scene sono state dipinte nell’800 da un pittore fiorentino, Gaetano Bianchi. Decorazioni in stile “neogotico” che caratterizzano anche molti altri ambienti del castello. Ecco il salone del trono, la sala da pranzo con un grande camino, la sala delle armi, la sala delle donne.

Ma la stanza senz’altro più famosa di tutto il complesso è una piccola camera nella quale, secondo la tradizione, avrebbe soggiornato Dante Alighieri, quando venne da queste parti a mettere pace fra i potenti marchesi Malaspina ed il vescovo di Luni. In questo ambiente si trova l’unico affresco originale del castello, uno splendido Cristo dipinto del Trecento. Probabilmente, Dante non dimorò mai fra queste mura, in quel lontano 1306. Eppure, c’è chi giura che il busto del grande poeta che si trova in quella stanza viva di vita propria e si muova. Diversi anni fa, la faccenda andò addirittura a finire sui giornali di mezzo mondo, quando l’illustre fantasma si sarebbe manifestato pubblicamente.

Ma, forse, lo spirito di Dante è in buona compagnia. Se è vero che nelle notti di luna piena, sulle mura appare una fanciulla con le vesti bianche e i capelli lunghissimi sciolti sulle spalle. Si tratterebbe di una figlia di un Malaspina che, destinata al convento, si era innamorata di un umile stalliere. Scoperta, venne rinchiusa in una stanza del castello senza porte e finestre. E qui, nel buio e al freddo, la giovane, dopo qualche tempo preferì morire piuttosto che farsi monaca. Una storia tragica come tante altre. Ma che qui pare più autentica che altrove per il fascino incredibile che promana da questo luogo.

Alla sera, il profilo quasi sinistro del castello, con i suoi mille segreti, i sotterranei, le botole ed i trabocchetti si staglia contro il cielo che si oscura. Cosa c’è di strano se sulle antiche mura appare un triste fantasma a piangere l’amore perduto?


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Commenti (0) | January 29, 2010

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